Stipendio e pensione bloccati d’ufficio: cosa succede da gennaio a chi deve soldi allo Stato

stop a stipendi e pensioniLo stop a stipendi e pensioni per chi ha debiti - diabasis.it

Da gennaio stop automatico a stipendi e pensioni per chi ha debiti fiscali: cosa succederà esattamente e quali sono i rischi?

A partire dal prossimo gennaio, entrerà in vigore una nuova misura prevista dalla Legge di Bilancio 2025 che introduce il blocco automatico dello stipendio o della pensione per i dipendenti pubblici e pensionati della Pubblica Amministrazione (PA) con debiti fiscali nei confronti dell’Erario. Questa norma, rinviata di un anno per consentire l’adeguamento dei sistemi informatici e delle piattaforme di controllo, fa parte della strategia governativa di contrasto all’evasione fiscale e mira a migliorare la riscossione dei crediti tributari.

La nascita della misura e il suo funzionamento

Fino a oggi, l’articolo 48 bis delle disposizioni sulla riscossione delle imposte permetteva alla Pubblica Amministrazione di sospendere i pagamenti dovuti alle imprese debitrici con il Fisco per importi superiori a 5.000 euro. Con l’introduzione del nuovo comma 1-bis, questa facoltà viene estesa anche ai lavoratori e pensionati pubblici.

In pratica, ogni volta che uno Stato o un ente pubblico erogherà uno stipendio, una pensione o altre indennità, sarà effettuata una verifica preventiva. Se il beneficiario risulta essere inadempiente e ha debiti fiscali superiori alla soglia stabilita dalla legge, scatterà automaticamente il blocco di una parte della somma da erogare.

Il meccanismo si articola in due fasi principali:
– Verifica preventiva: la PA controllerà se il dipendente o pensionato ha cartelle esattoriali o altri debiti fiscali pari o superiori a 5.000 euro.
– Sospensione della quota: in caso di esito positivo, una parte dello stipendio o della pensione verrà trattenuta e comunicata direttamente all’agente della riscossione.

la misura di stop a stipendi e pensioni

Per chi ha debiti fiscali scatta lo stop a stipendi e pensioni – diabasis.it

La norma non coinvolgerà tutti i lavoratori pubblici ma solo coloro che rientrano in specifici parametri:
– percepiscono un reddito da lavoro dipendente o da pensione superiore a 2.500 euro mensili;
– hanno un debito fiscale complessivo superiore a 5.000 euro, derivante da cartelle esattoriali, multe o altre pendenze con il Fisco.

Di conseguenza, resteranno esclusi dalla misura i dipendenti e pensionati con redditi inferiori a tale soglia, i quali continueranno a percepire integralmente la propria retribuzione o pensione. È importante evidenziare che il blocco non riguarda solo la busta paga ordinaria, ma anche eventuali indennità legate al rapporto di lavoro, comprese quelle erogate in caso di licenziamento.

Secondo le stime contenute nella relazione tecnica della Legge di Bilancio, i contribuenti pubblici interessati dalla nuova procedura saranno circa 250.000 tra dipendenti e pensionati, con un impatto significativo sulle casse dello Stato. Il recupero previsto ammonta a circa 36 milioni di euro già nel 2026, mentre il gettito stabile a regime potrebbe raggiungere i 90 milioni di euro annui.

Contesto normativo e impatti economici

La misura si inserisce in un quadro più ampio di interventi fiscali e previdenziali approvati con la Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207 del 30 dicembre 2024), che ha l’obiettivo di sostenere i redditi medio-bassi, ridurre la pressione fiscale e rafforzare la lotta all’evasione tributaria.

Tra le novità principali della manovra figurano:
– il taglio strutturale del cuneo fiscale per i redditi fino a 40.000 euro;
– la revisione delle aliquote IRPEF a tre scaglioni;
– incentivi per il sostegno alla natalità, con bonus e congedi parentali ampliati;
– l’aumento delle detrazioni per le spese scolastiche nelle scuole paritarie;
– misure per la permanenza al lavoro nei settori pubblico e privato, inclusi incentivi contributivi per chi decide di posticipare il pensionamento.

L’introduzione del blocco automatico dello stipendio e della pensione rappresenta dunque uno strumento complementare volto a garantire una maggiore efficacia nella riscossione delle imposte, specialmente nei confronti di chi, pur beneficiando di un reddito pubblico, presenta debiti consistenti con il Fisco.

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