Non devi più impazzire dietro le cartelle esattoriali. Con il nuovo sistema, te ne sbarazzi in automatico.
Con l’avvio del 2026, entra in vigore una significativa novità per i contribuenti italiani: il discarico automatico delle cartelle esattoriali giudicate inesigibili. Questa misura, prevista dalla riforma della riscossione, punta a snellire le procedure di recupero crediti e a ridurre il carico delle pendenze fiscali con l’entrata in funzione del meccanismo dal 1° gennaio 2026.
Il nuovo sistema di discarico automatico delle cartelle esattoriali interviene dopo cinque anni di tentativi infruttuosi di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Se l’ente incaricato non riesce a incassare il credito entro questo lasso di tempo, la cartella viene automaticamente restituita all’ente creditore originario, che può essere un Comune, una Regione o un altro ente pubblico.
Prima dell’introduzione di questa norma, l’iter per ottenere la cancellazione di una cartella era lungo e prevedeva una valutazione soggettiva, con una serie di passaggi amministrativi. Dal 2026, invece, il processo diventa automatico: non sarà più necessaria alcuna richiesta da parte del contribuente né ulteriori lungaggini burocratiche.
Cancellazione automatica e via i problemi e le preoccupazioni
È importante sottolineare che il discarico non corrisponde a una cancellazione immediata del debito. La cartella viene restituita all’ente creditore che, a sua discrezione, potrà decidere se affidare nuovamente il recupero a società private o procedere all’archiviazione definitiva del debito, definito “inesigibile”.
Sono interessate da questa misura le cartelle riferite a situazioni in cui il recupero risulta effettivamente impossibile o troppo oneroso, come nel caso di contribuenti nullatenenti, deceduti senza eredi, irreperibili dopo ripetuti tentativi o in condizioni di grave disagio economico. Anche i debiti di importo molto basso, che renderebbero antieconomica la riscossione, rientrano in questa categoria. Va precisato che non si tratta di un condono fiscale: qualora in futuro il debitore dovesse rientrare in condizioni economiche tali da permettere il recupero del credito, l’ente potrà riprendere la riscossione.

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Questa riforma è stata pensata per alleggerire il “magazzino” delle cartelle esattoriali, che attualmente ammonta a cifre colossali. Al 31 gennaio 2025, i crediti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 2000 al 2024 raggiungevano un valore residuo di circa 1.273 miliardi di euro. Di questi, quasi la metà sono considerati inesigibili. Nel dettaglio, su 1.874 miliardi di carichi affidati, sono stati annullati o sgravati circa 421 miliardi, mentre 180 miliardi sono stati riscossi. Restano oltre 290 milioni di singoli crediti, contenuti in circa 173 milioni di atti esecutivi come cartelle, avvisi di addebito, avvisi di accertamento che coinvolgono circa 21,8 milioni di contribuenti.
L’entità dei crediti da riscuotere è enorme e comprende una grande quota di importi di modesta entità: un credito su quattro è inferiore a 100 euro, rendendo poco conveniente l’attività di recupero. Inoltre, sono classificati come inesigibili circa 538 miliardi di euro di crediti riconducibili a soggetti coinvolti in procedure concorsuali, persone decedute o imprenditori cessati, nullatenenti o soggetti già sottoposti a misure cautelari. L’Agenzia stima che il magazzino residuo con un elevato grado di esigibilità si aggiri intorno ai 101 miliardi di euro, che rappresentano circa il 55% del carico totale affidato e solo l’8% del residuo contabile. L’Italia, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, si posiziona all’ultimo posto tra i Paesi OCSE per la percentuale di debiti non riscossi rispetto alle entrate complessive – 181% . e risulta ultima anche per la quota di debiti esigibili sul totale dei debiti non riscossi pari a circa il 5%.
Il discarico automatico delle cartelle esattoriali si configura dunque come una strategia per rendere più efficiente il sistema di riscossione, eliminando gradualmente i crediti non recuperabili e concentrando le risorse su quelli effettivamente esigibili, con un impatto significativo sulla gestione dei debiti fiscali in Italia.