Cultura e Media

Cesare Zavattini e il nuovo protagonismo nella cultura italiana contemporanea

Cesare Zavattini e il nuovo protagonismo nella cultura italiana contemporaneaCesare Zavattini e il nuovo protagonismo nella cultura italiana contemporanea

Nel panorama culturale italiano contemporaneo, si rinnova l’interesse verso figure di spicco che hanno segnato la storia letteraria, cinematografica e architettonica del Paese. Tra queste spiccano Juan Octavio Prenz, autore del romanzo kafkiano Il signor Kreck, Paolo Zermani, architetto di fama internazionale e promotore dell’architettura italiana contemporanea, e Cesare Zavattini, figura chiave del neorealismo italiano e anima poliedrica della cultura cinematografica e letteraria del Novecento.

Il romanzo Il signor Kreck di Juan Octavio Prenz: un ritratto di oppressione e libertà

Ambientato a Buenos Aires negli anni Settanta, nel pieno della dittatura militare argentina, Il signor Kreck racconta la storia di Rodolfo Kreck, un agente assicurativo modello, uomo ordinato e apparentemente innocuo che si trova improvvisamente sospettato e arrestato dalla polizia. Nonostante la sua vita apparentemente irreprensibile – marito e padre esemplare, buon vicino di casa – Kreck cela un segreto: un appartamento affittato di nascosto, chiave custodita gelosamente nel cassetto della scrivania, ignoto a mogli e amici. Questa singola anomalia scatena sospetti e repressione in un regime autoritario che tratta i cittadini come proprietà dello Stato.

Juan Octavio Prenz, nato nel 1932 a Ensenada (Argentina), è stato costretto all’esilio nel 1975 per motivi politici, trasferendosi prima in Jugoslavia e poi in Italia, a Trieste. Professore e studioso di letteratura ispanoamericana, ha pubblicato numerosi saggi e opere letterarie tradotte in diverse lingue. Il signor Kreck è considerato un capolavoro kafkiano che esplora i limiti della libertà e il concetto controverso di sicurezza in un contesto di oppressione politica.

Paolo Zermani e l’identità dell’architettura italiana: tra innovazione e tradizione

Nato nel 1958 a Medesano, Paolo Zermani è una delle figure più influenti dell’architettura italiana contemporanea. Professore ordinario di composizione architettonica all’Università di Firenze dal 1990, è noto per aver fondato i convegni sull’Identità dell’architettura italiana e per aver promosso la “Galleria dell’architettura italiana” a Firenze. Il suo lavoro, riconosciuto a livello internazionale, è stato protagonista di importanti esposizioni, tra cui Biennali di Venezia e Triennali di Milano.

Zermani ha firmato numerosi progetti emblematici che riflettono un dialogo profondo tra luogo, tempo e materia, tra cui spiccano il Teatrino di Varano, il tempio di cremazione di Parma e la cappella nel bosco a Varano. La sua poetica si sviluppa attorno al rapporto tra architettura e sacralità, con particolare attenzione agli spazi di preghiera e meditazione, come dimostrano le opere realizzate a Firenze, Mantova e Perugia.

In parallelo all’attività progettuale, Zermani ha curato diverse pubblicazioni fondamentali per comprendere le trasformazioni dell’architettura italiana, tra cui i volumi Identità dell’architettura italiana (Vol. I e II, 1995 e 2002) e Architettura: luogo, tempo, terra, luce, silenzio (2015). Nel 2016 la rivista tedesca Bauwelt ha dedicato un numero speciale al suo lavoro, consolidando il suo ruolo di riferimento nel panorama architettonico europeo.

Lo Studio di Architettura Zermani e Associati, fondato con Eugenio Tessoni, continua a sviluppare progetti di rilievo nazionale, collaborando con importanti committenti come Barilla, Piaggio e la Comunità Episcopale Italiana.

Cesare Zavattini: il neorealismo e il patrimonio culturale italiano

Cesare Zavattini (1902-1989), nato a Luzzara, è stato uno dei più grandi sceneggiatori e teorici del neorealismo italiano, movimento che ha profondamente influenzato il cinema e la cultura del secondo Novecento. Con oltre ottanta film all’attivo, Zavattini ha lavorato con registi iconici come Vittorio De Sica, firmando capolavori quali Ladri di biciclette e Umberto D., opere che hanno raccontato con straordinaria umanità la realtà sociale italiana del dopoguerra.

Oltre all’attività cinematografica, Zavattini è stato un prolifico scrittore, poeta, giornalista e pittore. Ha diretto riviste di successo, ha fondato il premio dei Naïfs e il Museo nazionale delle arti naïves a Luzzara, e ha promosso iniziative culturali volte a valorizzare la creatività popolare e l’impegno civile.

Nel 2025, in occasione del decennale del Premio Cesare Zavattini, è stato indetto un bando rivolto a giovani filmmaker di tutto il mondo che propone la realizzazione di cortometraggi ispirati ai materiali d’archivio della Fondazione Aamod e dei partner. Il progetto prevede un percorso formativo e di produzione che mira a sostenere nuovi talenti nel raccontare la realtà contemporanea attraverso lo sguardo “zavattiniano”, ovvero attento alla vita quotidiana e al cambiamento sociale.


Questi protagonisti rappresentano oggi un filo conduttore fondamentale per la cultura italiana: la riflessione sui temi della memoria, dell’identità e della trasformazione, attraverso linguaggi artistici e intellettuali diversi ma convergenti.

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